Una vita su due ruote
Luigi Marana, un nome forte che richiama le montagne di casa, 76 anni di energia, una vita spesa come elettrotecnico e una sola grande passione: la bicicletta.
Parte tutta da questa passione la storia di Luigi ospite, per caso, del Parkinson Cafè da qualche mese, da quando la malattia ha deciso di farsi vedere nella sua vita. E l’ha fatto nell’unico momento in cui Luigi doveva ascoltarla: mentre andava in bicicletta.
“Vado in bici da sempre, da quando in terza media il regalo di mio padre è stata una Berga che mi ha accompagnato per molti anni e mi ha fatto amare stare sulla due ruote. Chilometri e chilometri macinati su è giù per le nostre colline e le nostre strade. Sempre con la bici da corsa come compagna di avventure. A fine anno se la macchina segnava 1500 chilometri percorsi la bici ne segnava 10.000.” E questo dato dà la misura dell’importanza che questa attività ricopriva nella vita di Luigi, abbinata al ritrovo con gli amici, alla scoperta di nuovi percorsi, alle soste in allegria.
Poi un giorno…
“Poi un giorno, durante uno dei soliti giri con gli amici, mi accorgo che faccio fatica a stare al passo del compagno più scarso, io che viaggiavo sempre tra i corridori di testa. Il pedale scappava, non riuscivo a far girare le gambe come al solito. Ho capito subito che qualcosa non andava nel verso giusto”. Dai pedali all’ambulatorio del neurologo il passo è stato breve. “La diagnosi è stata veloce – racconta Luigi – all’ospedale di Arzignano non hanno avuto dubbi visti i sintomi. Mi hanno impostato la terapia e ora sto bene. Cerco di assecondare le mie forze e soprattutto i movimenti. Certo, sono dovuto passare dalle migliaia di chilometri all’anno a poche centinaia; non corro più sulla mia amata bici da corsa ma ho dovuto ripiegare su una mountain bike per poter affrontare percorsi più tranquilli. Ma va bene così. Mi tengo in allenamento, mia moglie mi aiuta nei compiti quotidiani più difficili, e poi ho scoperto gli amici del Parkinson Cafè, anche se un po’ per caso. Uno degli istruttori è il figlio di un compagno di avventure in bici. Era scontato che venissi qui, dove mi trovo benissimo… non ci sono le due ruote ma ci sono gli amici”.
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