Sfatare i miti sulla dieta per il paziente parkinsoniano

Questo l’obiettivo dell’incontro informativo tenutosi sabato 21 aprile al Parkinson Cafè grazie alla collaborazione con la Dottoressa Tiziana Mesiano, medico Neurologo della Casa di Cura Villa Margherita di Arcugnano. Dettagli, informazioni puntuali, consigli su come muoversi al momento del pasto. Ma non solo. La gestione del Parkinson a tavola, infatti, richiede attenzioni da mettere in atto prima e dopo così da rendere effettivamente il momento della convivialità a  tavola un momento positivo e soprattutto di supporto alla gestione della malattia.

Attività fisica, numero corretto di pasti e quantità misurate

“La premessa iniziale è che un parkinsoniano può mangiare di tutto, la dieta deve essere varia e bilanciata in base al peso e andranno messe in atto attenzioni sui tempi di assunzione della terapia, soprattutto in fase avanzata di malattia. Nella fase iniziale di malattia si devono innanzitutto rispettare alcune regole – afferma la dr.ssa Mesiano -: 1. L’attività fisica deve essere parte integrante della giornata, con movimento lieve tutti i giorni e almeno tre volte a settimana attività motoria come una camminata o la ginnastica al Parkinson Cafè. 2. Va rispettato il numero corretto di pasti che devono essere i tre principali, colazione, pranzo e cena più due spuntini. 3. E infine le quantità che andranno misurate. E questo indipendentemente dalla terapia che in fase iniziale è poco influenzata dalla dieta“.

Fase avanzata della Malattia di Parkinson

Diverso è il caso della fase avanzata di malattia: “Qui il paziente presenta un rischio elevato di MALNUTRIZIONE che può portare ad una  PERDITA DI PESO importante e ad un elevato rischio di OSTEOPOROSI e DENUTRIZIONE.  E tutti noi sappiamo che l’osteoporosi in un malato di Parkinson può avere conseguenze nel caso di caduta”. Importante quindi indagare le cause della malnutrizione che possono essere ricondotte principalmente a tre:

  1. Fattori psicosociali, con casi di depressione, tendenza ad isolarsi, a perdere l’iniziativa me preparare i pasti
  2. Terapia, con gli stessi farmaci che possono causare nausea, vomito, anoressia o discinesia
  3. Problematiche gastro-intestinali, con difficoltà di masticazione, disfagia, stipsi o rallentamento nello svuotamento gastrico

Fondamentale il controllo di

PESO, QUANTITA’ e QUALITA’ dei cibi

L’importanza delle proteine!

E’ importantissimo sfatare l’idea che le proteine non vadano assunte in quanto in conflitto con la terapia. “Le proteine sono elementi fondamentali per la vita di ognuno di noi in quanto elemento costituente di tutte le cellule che sovrintendono a tutte le funzioni vitali – continua la Dr.ssa Mesiano -. Sono costituite da aminoacidi, così come i farmaci alla base della terapia per il Parkinson sono costituiti da aminoacidi. Possiamo dire che il farmaco assomiglia in qualche modo ad una proteina. Quindi quando nello stomaco arriva la proteina-cibo e la proteina-farmaco si scatena una competizione per l’assorbimento. Da qui la necessità di rispettare i tempi di assunzione del farmaco, ovvero almeno di 30-60 minuti prima dei pasti per evitare che nello stomaco ci siano in contemporanea farmaco e proteine”.

CONSIGLIO: considerato che la terapia si assume nelle ore diurne evitare di mangiare carne, pesce, formaggi, latticini o proteine vegetali nel pasto del pranzo

Alimentazione equilibrata

3 + 2 questo il numero magico che fa stare bene, ovvero tre pasti e due spuntini tenendo conto che un’alimentazione corretta e bilanciata è fondamentale in ogni fase della malattia di Parkinson e deve essere così suddivisa:

50% carboidrati, 30% grassi, 20% proteine

  • Metodi di cottura da preferire: al forno, al vapore alla griglia, i cibi sono più leggeri e liberano lo stomaco più rapidamente senza rischiare un cattivo assorbimento del farmaco.
  • Preferire le spezie al sale, tranne che nei soggetti ipotesi, in cui invece la dieta deve essere implementata di sale.
  • Fibre sia a pranzo sia a cena che aiutano ad evitare stitichezza. Ma senza esagerare, perchè in quel caso si rallenterebbe lo svuotamento dello stomaco
  • Acqua: almeno 1,5 litri! Soprattutto d’estate e dopo uno sforzo fisico anche leggero
  • Consiglio: riservarsi una bottiglia da un litro e mezzo e bere soltanto da quella!
  • Caffè: 1-2 al giorno
  • Vino: 1 bicchiere al giorno
  • Attività fisica: associare sempre esercizio fisico aerobico ovvero CAMMINARE!

Difficoltà che possono interferire in un’alimentazione corretta e piacevole

La dispepsia ovvero maladigestione e la disfagia, ovvero difficoltà a deglutire sono spesso le cause che possono rendere difficile un’alimentazione equilibrata.

 

Nel caso della DISPEPSIA i sintomi possono essere:

  • Senso di sazietà precoce
  • Pesantezza gastrica e/o distensione addominale
  • Dolore/bruciore allo stomaco
  • Digestione lenta o difficoltosa

E fondamentale quindi scegliere cibi digeribili e cotti in maniera leggera (evitando fritti, olio cotto, eccesso di fibre, frullati etc.) e bere acqua leggermente gasata.

Nel caso della DISGAGIA ciò che possiamo fare prevede:

  • Mangiare in posizione corretta, ben seduti, eretti, con braccia appoggiate e testa in avanti e non coricarsi per almeno 15-20 minuti dopo il pasto.
  • Fare attenzione alla giusta consistenza dei cibi, ai bocconi piccoli e alle piccole quantità da ingerire
  • Mangiare lentamente e senza distrazioni come la TV e passare al boccone successivo solo dopo aver terminato il precedente
  • Molto importante fare colpi di tosse

 

Al Parkinson Cafè li chiamiamo incontri informativi o confronti perchè l’obiettivo è informare gli ospiti da un lato e dall’altro permettere loro di fugare dubbi e porre domande spesso attinenti il vissuto personale. Dalle risposte ad un singolo possono, infatti, arrivare spunti interessanti per tutti. Ecco una raccolta delle domande dei nostri ospiti.
D. Si possono magiare dolci?
R. Dipende se il soggetto è diabetico oppure no. Nel primo caso la quantità è decisamente limitata. Se non è diabetico il dolce è uno degli amenti possibili, meglio al mattino a colazione. L’importante è non superare la quantità del 50% di carboidrati che compone la dieta equilibrata. Poi naturalmente dipende dal tipo di dolce. Ammessi biscotti e i dolci secchi mettiamo un limite ai dolci con crema che alterano la quantità di grassi
D. Come fare con la pressione alta?
R. Nel Parkinson il disturbo della pressione è un disturbo a  parte; il paziente può arrivare già con la terapia per l’ipertensione. Quando si ha il Parkinson la pressione tende a scendere perchè la malattia dà ipotensione, ma permangono le crisi di ipertensione serali o notturne. Se poi la pressione è alta durante il giorno significa che il paziente è bloccato e la terapia non è ottimale.
D. Preparare zuppe di verdure o di ceci e fagioli può far bene?
R. Questo mix può dare gonfiore allo stomaco e senso di pienezza e ci si raccomanda di fare attenzione alle proteine vegetali come piselli, fagioli o ceci che vanno consumati di sera per cena.
D. Inappetenza e Parkinson
R. L’inappetenza è un effetto collaterale del farmaco e quindi andrebbe rivista la strategia terapeutica con il proprio neurologo.
D. Cosa fare, invece quando la fame si fa sentire spesso?
R. Il problema può essere risolto o con gli spuntini che devono rispettare però la quantità dello spuntino, ovvero un cracker, mezza mela. Che a volte può non essere sufficiente. In questo caso la soluzione è uscire, camminare, fare attività che ci portano lontano dal pensiero del cibo. Poi dobbiamo sempre tenere conto del peso forma del soggetto.
D. Cosa succede se assumo sia un pasto proteico sia il farmaco?
R. Il rischio maggiore è di avere un minor assorbimento del farmaco e arrivare al blocco del movimento. Il consiglio è di rispettare sempre i tempi tra assunzione della terapia e pasto proteico.